Progetto H2iseO: Come funzionano i nuovi treni ad idrogeno?
Sommario: Per riuscire a rispettare gli obiettivi europei di sostenibilità entro il 2023, l’Italia sta promuovendo ed attuando progetti volti a ridurre l’emissione di anidride carbonica.
Negli ultimi anni i progetti ad idrogeno sono duplicati, con la speranza di trasformare il nostro Paese in una Hydrogen Valley entro il 2030. I fondi del PNRR sono infatti 3,6 miliardi di euro e possono essere utilizzati esclusivamente per progetti ad idrogeno. In aggiunta, la Regione Lombardia ha recentemente dato il via al progetto H2iseO, destinando 75,5 milioni di euro per l’attivazione del servizio ferroviario alimentato ad idrogeno.
Ma prima di entrare nel dettaglio, capiamo cosa si intende con Hydrogen Valley. Ad oggi sono cinque le regioni che si sono attivate per portare a termine il primo punto del Pnrr: Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Puglia e Basilicata.
Cosa si intende con Hydrogen Valley?
Con Hydrogen Valley, si intende lo sviluppo di particolari aree alimentate esclusivamente o in parte, ad idrogeno. In tali aree l’utilizzo di questo elemento chimico si deve allargare anche nel settore del trasporto e nelle industrie locali. Tuttavia per poter identificare una Hydrogen Valley è necessario che l’intera value chain sia integrata. Infatti, anche nella fase di trattamento, stoccaggio e distribuzione dell’energia devono essere rispettati particolari requisiti.
Che cos'è il progetto H2iseO?
Con il progetto H2iseO, verrà costruita la prima linea ferroviaria ad idrogeno in Italia e avrà luogo nella tratta Brescia-Iseo-Edolo. Tale progetto prevede l’utilizzo di materiali che permettono un forte aumento della riutilizzabilità (circa il 95%) e una riduzione di circa il 30% dei consumi.
Si stima infatti che per ogni treno si risparmieranno le emissioni di circa 400 auto ogni anno. Per cui, con le adeguate risorse e tecnologie è possibile produrre treni ad alta velocità alimentati ad idrogeno, con emissioni quasi nulle. In Lombardia infatti, si è dato il via ad un programma di rinnovo dei treni con l’acquisto di 176 nuovi convogli, tra cui i nuovi treni ad idrogeno, che rinnoveranno quelli esistenti migliorando la qualità del servizio. Il cliente potrà beneficiare di treni ad alta velocità, con internet gratuito incluso.
- La prima fase prevede l’acquisto di 6 treni ad idrogeno, la cui fornitura è già stata approvata dal Consiglio di Amministrazione di FNM (Ferrovie Nord Milano) a Novembre 2020 e la consegna è prevista entro il 2023. Si prevede inoltre la costruzione del primo impianto di produzione di idrogeno.
- La seconda fase prevede l’ordine di altri 8 elettrotreni che andranno a sostituire locomotive risalenti ai primi anni ‘90, ancora alimentati a diesel. Inoltre, entro il 2025 è pianificata la costruzione di altri impianti di produzione.
- Con l’ultima fase, si vuole estendere l’utilizzo di idrogeno anche agli altri mezzi di trasporto locale.
Quale tecnologia viene utilizzata sui treni?
I treni utilizzeranno la fuel cell, una particolare tecnologia capace di produrre luce e energia elettrica a partire dall’idrogeno. Può essere considerata come una batteria ma, a differenza, non si scarica e quindi non necessita di essere ricaricata finché viene alimentata.
In Italia, nel 28% dei casi i treni sono alimentati a diesel, infatti le rotaie ferroviarie non sono elettriche. Per anni si è cercata una soluzione rapida ed efficace che rendesse più sostenibile il settore ferroviario, senza però dover elettrificare intere tratte. La soluzione a cui ormai diversi paesi come Francia e Germania sono giunte è l’alimentazione a idrogeno, che rappresenta l’opzione ideale.
Secondo Mario Draghi la creazione delle Hydrogen Valley porterà ad un aumento dell’occupazione, creando nuovi posti di lavoro, per non parlare del forte impatto positivo sulla sostenibilità ambientale. Mentre, secondo il ministro della Transazione Ecologica, la realizzazione di tale progetto porterà l’Italia ad essere finalmente all’altezza dei migliori Paesi Ue.
Ma come viene prodotto l’idrogeno?
Il progetto H2iseO è davvero sostenibile? Infatti, affinché il progetto porti ad un esito positivo e ad un’effettiva riduzione delle emissioni di CO2, l’idrogeno deve essere verde, ovvero, prodotto da energie rinnovabili. Tuttavia, ad oggi il 98% dell’idrogeno è ancora prodotto utilizzando combustibili fossili come metano o carbone. Sarà dunque possibile raggiungere gli obiettivi di sostenibilità prefissati o i mezzi utilizzati per raggiungerli porteranno solo a conseguenze peggiori?