2026: L'Anno Limite per le Aziende UE verso la Trasparenza Sostenibile
Nell’ambito degli sforzi continui per promuovere la sostenibilità aziendale e la trasparenza nella rendicontazione, l’Unione Europea ha annunciato un importante aggiornamento riguardante la Direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (Csrd). Questa iniziativa legislativa, che mira a migliorare la qualità, la completezza e la chiarezza delle informazioni relative alla sostenibilità fornite dalle aziende, ha subito una modifica significativa: la proroga al 2026 per l’applicazione di nuove regole di rendicontazione non finanziaria per alcuni settori e per grandi aziende situate al di fuori dei confini dell’UE.
A quali aziende si rivolge la direttiva CSRD?
Le società obbligate a redigere e presentare un bilancio di sostenibilità aziendale in conformità con la Csrd comprendono:
- Le entità quotate sui mercati finanziari europei, con l’eccezione delle microimprese.
- Grandi imprese europee non quotate che contemporaneamente superano almeno due dei seguenti limiti:
- Ricavi annui oltre i €40 milioni
- Valore del patrimonio superiore ai €20 milioni
- Un organico che conta oltre 250 lavoratori
- Imprese al di fuori dell’Europa che generano entrate per un totale minimo di €150 milioni all’interno dell’Unione Europea.
Adattamento e preparazione al futuro
In risposta alla crescente necessità di una maggiore trasparenza nelle attività aziendali e di una consapevolezza più profonda dell’impatto ambientale e sociale delle stesse, l’UE ha introdotto la Csrd con l’obiettivo di elevare gli standard di rendicontazione non finanziaria delle aziende. Tuttavia, riconoscendo le sfide imposte da tali requisiti, soprattutto per le aziende extra-UE e alcuni settori specifici, è stato deciso di posticipare al 2026 l’attuazione delle nuove normative.
La proroga concede alle aziende e ai settori interessati due anni in più per prepararsi adeguatamente agli Standard europei di rendicontazione di sostenibilità (Esrs). Questa decisione riflette un approccio pragmatico e attento alle diverse realtà operative delle aziende coinvolte, permettendo loro di adottare le misure necessarie senza compromettere la qualità della rendicontazione.
Inoltre, il rinvio offre alla Commissione Europea il tempo necessario per sviluppare e finalizzare gli standard di sostenibilità settoriali specifici, con l’obiettivo di pubblicare otto standard di rendicontazione settoriali entro il 30 giugno 2026. Questa fase supplementare è cruciale per assicurare che gli standard siano sia rigorosi sia equamente applicabili, garantendo così che le informazioni fornite dalle aziende siano non solo trasparenti ma anche comparabili e affidabili.
Verso una trasparenza globale
La Csrd rappresenta un passo avanti significativo nella direzione di una maggiore responsabilità e trasparenza delle aziende in merito al loro impatto ambientale e sociale. L’obiettivo principale di questa direttiva è di equiparare l’importanza dei risultati ambientali, sociali e di governance (ESG) a quelli riportati nei bilanci tradizionali, evidenziando così la connessione intrinseca tra le performance finanziarie e non finanziarie delle aziende.
Con l’introduzione della Csrd, si prevede un notevole aumento del numero di società tenute a fornire informazioni di sostenibilità, passando dalle 11.700 attuali a circa 50.000 in tutta l’UE, con un significativo incremento anche in Italia, dove le aziende interessate saranno circa 4.000.
Queste aziende saranno tenute a fornire dettagliati resoconti sul loro impatto ambientale, sul rispetto dei diritti umani e sugli standard sociali. Saranno inoltre soggette a controlli e certificazioni indipendenti per assicurare l’autenticità e l’affidabilità delle informazioni riportate.
Il cambiamento proposto dalla Csrd va oltre la semplice divulgazione di informazioni. Incoraggia le aziende a integrare la sostenibilità nelle loro strategie operative, promuovendo una coerenza tra le informazioni finanziarie e non finanziarie. Ciò consente alle organizzazioni di monitorare efficacemente le proprie prestazioni su indicatori chiave di performance (KPI) e di stabilire obiettivi ambiziosi per mitigare i propri impatti ambientali e sociali.
In conclusione, il rinvio al 2026 per l’applicazione delle regole Csrd segna una fase cruciale nel percorso verso un’economia più sostenibile e trasparente. Fornendo alle aziende il tempo e le risorse necessarie per adattarsi, l’UE sta ponendo le basi per una rendicontazione di sostenibilità che non solo risponde alle esigenze degli stakeholder ma che contribuisce anche alla creazione di un futuro più green e giusto per tutti.
La direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale si inserisce nell’ambito del Green Deal Europeo, con l’obiettivo di trasformare l’UE in un’economia all’avanguardia, efficiente sotto il profilo del consumo di risorse e competitiva a livello globale. Il Green Deal Europeo mira infatti all’eliminazione delle emissioni nette di gas serra entro il 2050, al distacco della crescita economica dal consumo di risorse naturali e all’inclusione di ogni area e individuo nel processo di crescita.