Onde di Cambiamento: Nuove direzioni per le Concessioni Balneari
Nonostante l’esclusione della Riforma del settore dei taxi dal disegno di legge sulla concorrenza, la Riforma delle Concessioni balneari resta in piedi, portando a imminenti e rilevanti mutamenti lungo le coste del paese. Ecco dunque uno sguardo approfondito alle principali innovazioni e alle sfide che attendono questa importante industria costiera nei prossimi mesi.
Emendamento al disegno di Legge
Durante la seduta del Consiglio dei Ministri il 15 febbraio 2022 è stato approvato un emendamento al disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 (A.S. 2469), rivelando un passo avanti significativo per le attività turistiche e costiere italiane: da Gennaio 2024 le Concessioni balneari esistenti perderanno di efficacia.
L’obiettivo centrale di questo emendamento è chiaro: migliorare la qualità dei servizi nelle aree demaniali marittime, portando vantaggi diretti per i consumatori e fornitori e allo stesso tempo preservare e valorizzare il patrimonio demaniale. Questa duplice direzione mira a garantire servizi di alta qualità per coloro che godono delle coste e delle attività ricreative, proteggendo e promuovendo il prezioso patrimonio naturale e culturale che rappresenta il demanio marittimo.
Tuttavia, il cammino verso questa legge non è privo di sfide. Una molteplicità di attori, da piccoli gestori balneari a grandi concessionari demaniali, deve essere tenuta in considerazione. Questa complessità si riflette anche nel rapporto tra l’Italia e l’Unione Europea. In questo intricato scenario, l’Italia è chiamata a bilanciare le esigenze nazionali e le normative europee, plasmando così il futuro delle sue preziose coste e delle attività ad esse legate.
Cosa succederà ora?
Dal 2024, tutte le spiagge italiane saranno sottoposte a gara d’appalto, consentendo ai vincitori di gestire porzioni specifiche del territorio demaniale, effettuando un subentro come nuovi gestori. Questo significativo cambiamento promuove la concorrenza nel settore e apre le porte a nuovi operatori. Per quanto riguarda, invece, le concessioni esistenti ad oggi, rimarranno valide fino al 31 dicembre 2023, offrendo certezza agli operatori e agli utenti delle attività balneari per una pianificazione a medio termine.
Una delle sfide principali risiede nell’aderire alle direttive europee riguardanti le gare e la libera circolazione dei beni e dei servizi all’interno dell’Unione Europea. Questo impegno è vitale per conformarsi alla direttiva Bolkestein, che enfatizza l’importanza di eliminare posizioni dominanti e rendite nel settore. Le gare dovranno essere strutturate in modo da promuovere una competizione effettiva, agevolando l’ingresso di nuovi operatori e riconoscendo l’esperienza dei gestori attuali.
Ciò comporterà una rivoluzione in:
- Criteri per l’assegnazione delle concessioni: La preferenza va per progetti di qualità e competenze maturate sul campo, anziché basarsi esclusivamente sull’offerta più conveniente. Ciò potrebbe stimolare la formazione di consorzi tra piccoli imprenditori locali, incrementando la competitività dell’ambito.
- Canoni da versare dai nuovi gestori per ottenere le concessioni: Questi canoni dovranno riflettere il valore intrinseco delle aree demaniali e la reale redditività delle attività svolte. Parallelamente, sarà essenziale equilibrare le tariffe con la qualità dei servizi offerti agli utenti, al fine di incentivare una gestione sostenibile ed efficiente delle spiagge.
- Organizzazione degli spazi e nella gestione delle infrastrutture: Barriere come muretti, staccionate e accessi limitati saranno abolite, con l’obiettivo di agevolare l’accessibilità anche per le persone con disabilità, mentre il paesaggio naturale sarà rispettato, evitandone il consumo.
Equilibrio tra attori e l’apprendimento dalle esperienze europee sono cruciali per una riforma equa ed efficace, capace di soddisfare le esigenze nazionali ed europee. Non resta che chiedersi come influenzerà la riforma delle Concessioni balneari l’esperienza dei turisti e degli utenti delle spiagge? E quali possibili impatti avranno questi cambiamenti sull’accessibilità delle spiagge e sull’ambiente naturale?