Cos’è il dispacciamento e quanto incide sulla bolletta

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Sommario: Nell’ambito della fornitura dei servizi luce, la bolletta appare costituita da molteplici sezioni, fra le quali figura anche il dispacciamento. Tale voce rientra nella quota da versare prevista per la componente energia, ma quanto incide sulla bolletta? E che cosa rappresenta esattamente questo termine in fattura?

In questo articolo, approfondiremo meglio insieme tutto ciò che riguarda il dispacciamento, che cos’è, a cosa serve e quanto pesa sulla spesa mensile degli utenti.

Che cos’è il dispacciamento?

Nel quadro del regolare ed equilibrato funzionamento della nostra rete elettrica nazionale, occorre sottolineare che il buon bilanciamento tra offerta e domanda di corrente elettrica è fondamentale perché il sistema elettrico italiano possa continuare a svolgere le sue normali funzioni.

È altresì importante considerare che, nel corso della fornitura di luce nelle varie abitazioni e/o aziende attive nel suolo nazionale, l’energia elettrica non può essere stoccata e depositata da qualche parte.

In questo senso, appare determinante la produzione della giusta e misurata quantità di energia richiesta dall’intero complesso di utenti, dunque:

  • Privati
  • Famiglie
  • Imprese
  • Pubblica Amministrazione.

Infatti, tale generazione di corrente elettrica viene correttamente trasferita a tutti i clienti affinché l’offerta e la domanda possano rimanere costantemente in equilibrio fra loro.

Soltanto in questo modo è possibile continuare ad assicurare la giusta prosecuzione e sicurezza della fornitura del servizio.

Ecco che il dispacciamento risulta elemento chiave dell’amministrazione della circolazione di energia elettrica nel sistema nazionale. In altre parole, corrisponde all’attività che permette di tutelare il corretto equilibrio fra offerta e domanda.

In che modo e da chi viene gestito il dispacciamento

Come altre operazioni in questo settore, anche il dispacciamento viene gestito da un apposito ente che, in questo caso, è rappresentato da Terna S.p.A., impresa italiana quotata in Borsa.

Tale azienda svolge la funzione di Centro Nazionale di Controllo e di collegamento della nostra rete di gestione del dispacciamento con quella di tutte le altre nazioni appartenenti all’Unione Europea.

In particolare, Terna effettua il controllo di ogni flusso elettrico attivo nel nostro sistema e provvede anche all’attuazione di particolari atti indispensabili alla corretta coordinazione di tutte le parti del sistema stesso.

Questi provvedimenti riguardano:

  • Gli impianti di produzione
  • Il sistema di trasmissione
  • I servizi ausiliari.

In pratica, Terna S.p.A. controlla una parte di mercato del settore detta, appunto, Mercato dei Servizi di Dispacciamento (MSD).

Tale attività si sostanzia nella richiesta da parte di questo ente a determinati produttori di consumare meno quantità di energia per preservare l’equilibrio tra offerta e domanda (Servizio di Interrompibilità).

Soprattutto, col sistema di dispacciamento controllato da Terna, gli impianti di produzione offrono energia in modo diretto e momento per momento, giusto al fine di contrastare ogni squilibrio di consumo.

Inoltre, Terna S.p.A., qualora lo ritenesse indispensabile al corretto equilibrio del sistema, dispone della competenza necessaria per effettuare adeguati accordi con alcuni impianti senza doversi appoggiare al Mercato dei Servizi di Dispacciamento.

È da sottolineare come, talvolta, questi apparati si rivelano fondamentali nel processo di garanzia delle soglie minime di circospezione per evitare blackout.

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Quanto incide il dispacciamento sulla bolletta?

Come abbiamo visto, il dispacciamento è interamente gestito da Terna S.p.A. che ne controlla l’andamento, amministrando al meglio la generazione di energia ogni giorno.

Ma quanto pesa questa voce sulla bolletta degli italiani?

Innanzitutto, bisogna dire che il costo del dispacciamento viene comunque definito ogni tre mesi dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) e compare sulla bolletta sotto la voce PD (Prezzo Dispacciamento).

Quindi, a livello della spesa mensile sulla fattura luce, l’Autorità comunica a Terna i prezzi dell’energia elettrica aggiornati in modo tale che, a sua volta, l’ente che regola il dispacciamento lo applichi alla rete di distribuzione.

In un terzo passaggio, poi, il circuito di distribuzione prende in carico la comunicazione del prezzo e lo inoltra, infine, ai gestori e rivenditori dell’energia elettrica.

In senso pratico, il costo in bolletta varia a seconda dei periodi e, indicativamente e mediamente, raggiunge gli 0,019 centesimi/kWh.

Occorre sottolineare come, tuttavia, tale prezzo possa aumentare a seconda del consumo di energia.

Quanto incide sulla bollett?

In altre parole, maggiormente si consuma energia, più aumenta il prezzo del dispacciamento elevando, di conseguenza, anche il costo totale in bolletta.

Diversamente, per quanto riguarda il Libero Mercato, il costo del dispacciamento non segue necessariamente le cifre stabilite dall’Autorità e, per questo motivo, può essere calcolato in altro modo anche se poi il totale non risulta tanto differente da quello del Mercato Tutelato.

Dispacciamento bolletta: come risparmiare?

Dato che i costi di questa parte della bolletta vengono definiti dall’Autorità, non è possibile decidere di abbassare le cifre in bolletta, almeno per quello che riguarda il dispacciamento.

In quest’ottica, ciò che si può sicuramente fare è cercare di consumare una minore quantità di energia elettrica nelle proprie abitazioni e aziende, anche seguendo le apposite fasce orarie definite proprio al fine di ridurre lo spreco di energia.

Un’altra mossa senz’altro utile in questo senso, è quella di scegliere la tariffa più adatta alle proprie esigenze fra quelle presenti sul mercato utilizzando, per esempio, lo sportello Acquirente Unico.

Da un altro punto di vista, per ridurre il consumo di corrente elettrica nella nostra quotidianità è possibile:

  1. Preferire l’acquisto e l’utilizzo di elettrodomestici a basso consumo energetico. A titolo esemplificativo, un dispositivo in classe energetica G consumerà certamente una maggiore quantità di energia rispetto a un apparecchio classificato nella categoria A.
  2. Eliminare lo stand-by dai dispositivi presenti in casa, in quanto queste tecnologie continuano a consumare corrente elettrica anche da spenti.
  3. Installare lampadine LED, perché sono state appositamente progettate per avere una resa maggiore e prolungata nel tempo ma, soprattutto, per utilizzare una minore quantità di elettricità.
  4. Consultare una tabella potenza elettrica domestici al fine di sfruttare al meglio l’energia necessaria al loro funzionamento.
  5. Cercare di tenere monitorati il più possibile i propri consumi energetici.


Infine, per avere maggiori informazioni sul dispacciamento e su tutto ciò che concerne il risparmio energetico e la selezione dell’offerta migliore per i propri bisogni, consigliamo di leggere le informazioni riportate in questa pagina.

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Aggiornato su 24 Mar, 2023

redaction La redazione di Energia-Luce.it
Redactor

Matteo Bono

Redattore Energia

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